domenica 30 agosto 2009

Mal di Bretagna

Sono tornata oggi a Roma.
Nonostante abbia avuto il grandissimo piacere di vedere due delle (pochissime persone) davvero importanti per me... C'è da dire che la Foresta mi manca.
Anzi.. Quella terra mi manca tutta.
Mi manca il suo freddo pungente, la sua umidità notturna assurda, quella sua capacità di far cambiare tempo ogni 10 minuti. Mi manca la sensazione di profonda tranquillità che ispira la Foresta, il sentirsi perennemente al sicuro, come se si fosse arrivati FINALMENTE A CASA. Perchè è così che mi sono sentita a Broceliande. A casa.
I sussurri del vento tra le fronde, il sole che faceva capolino tra le nuvole, gli artisti incontrati per strada, quelle pietre che sbucano fuori dalla terra quasi fossero le sue vertebre... I suoi laghi, pieni di magia...
Mi mancherà tutto questo.
Mi mancherà la cucina prettamente carnivora nell'entroterra e splendidamente ancorata al mare, quando invece s'affaccia sull'oceano. Mi mancherà quello che la Foresta è riuscita a darmi, a trasmettermi.
Avrò ancora per molto tempo addosso (e spero di non perderla per strada) la spinta che è riuscita a darmi, la scossa per affrontare ciò che mi attende.
La Foresta ha seminato, ora raccogliamone i frutti.

martedì 18 agosto 2009

La favola

E' davvero un bel pò che non metto le dita sulla tastiera per scrivere qui sopra... Povero Blog, si sentirà sicuramente messo da parte... E pensare che fino a qualche anno fa questo picchiettare sui tasti del pc era la mia forma di sfogo più frequente e diretta.
Allora... Passo la mia prima sera di nuovo a Roma dopo una settimanella scarsa in terra sarda, com'è ormai di tradizione da 3 anni.
Minchia. Tre anni.
Ne parlavamo proprio stamattina con Andrea in macchina, mentre mi godevo il cielo che cambiava sfumature, dal blu notte all'indaco, dal violetto al rosa, per arrivare al quel celeste che si mischia con il colore dell'oro, mentre il sole continua a salire.
Non so che cosa mi succede o perchè. Ci penso da stamattina alle 8:30, quando sono tornata a casa e mi sono messa il pigiama (dire che ho gli orari un pò sballati è un eufemismo, quando mi trovo in Sardegna)... Ho voglia della favola.
Quella vera, quella del "e vissero felici e contenti" (o almeno ci provarono)... Quella del batticuore quando senti le labbra che si sfiorano, le mani che accarezzano il corpo dell'altra persona... Quella degli sguardi pieni d'amore... Quella che ti permettere di chiudere gli occhi e saltare giù, perchè sai che c'è qualcuno pronto a prenderti tra le braccia, o che addirittura ti aiuti a volare.
Io non provo più tutto questo da un bel pò.
Le esperienze, che tu lo voglia o no, ti segnano e a volte laciano delle cicatrici che faticano ad andare via. E allora ti costruisci pian piano la tua armatura, nella convinzione che al massimo qualcuno potrà scalfirla, ma che non arriverà mai a ferirti. A lasciarti un'altra cicatrice.
Ho voglia di amare incondizionatamente senza avere paura delle ferite, delle cicatrici o delle cadute.
Ho voglia di saltare con la consapevolezza che lì sotto c'è qualcuno a prendermi tra le braccia.

Mi rendo conto che tutto questo possa suonare estremamente ridicolo ed infantile per una che ha la bellezza di 27 anni. Però è ciò che sto sentendo ora.
Non so se sia la stagione, se sia la situazione emotiva e "sentimentale" in cui mi trovo, non so se io stia (invece, cosa credo più probabile) impazzendo del tutto.
So solo che voglio la favola.
E che non posso averla, perchè nessuno è disposto a farmela vivere.