domenica 26 agosto 2012

"La verità che ricordavo"



"Durante il concerto mi sono chiesta spesso cosa stava succedendo nella tua pancia, se anche tu come me avresti voluto far sparire tutti e rimanere da sola per poter sparpagliare la tua anima su quella piazza. Dietro la tua adrenalina ed il tuo cinismo c'è la paura di non poter provare più un amore intenso come quello per LUI ed il bisogno di carezze sulla schiena per non sentire più freddo dentro."

Mi chiedo come sia possibile che una persona che ti conosce da poco tempo, rispetto a tante altre altre che ti sono accanto da un decennio o quasi, possa entrarti dentro e fungere da specchio.
Per me Simona è questo e molto altro ancora.
E' il mio specchio, ed è strano che io mi trovi così bene con lei, visto il mio pessimo rapporto con ogni superficie che rifletta la mia immagine.
Lasciare una frase a metà, accennarla sapendo che sarà lei a finirla al posto mio... Oppure semplicemente vederla annuire con la faccia di chi ha capito PERFETTAMENTE quello che vuoi dire, prima ancora che tu lo dica.

Dopo la batosta, non mi sono di certo ripresa. Se dovessi dire che sto rimettendo insieme i cocci, mentirei spudoratamente. Li sto ancora cercando in giro, vista la potenza della detonazione, e credo di averne ancora a lungo.
Probabilmente non finirò mai di cercarli. Quando crederò di aver finito, spunterà fuori un pezzo minuscolo che mi obbligherà ad osservarlo con un misto di risentimento, rabbia, tristezza e tanto amore.
Quell'amore che (per fortuna) si prova una sola volta nella vita e che ti annienta.

E' vero, ho paura di non riuscire ad amare più come l'ho amato... Perchè so che non amerò mai più nessuno in quel modo, so che LUI (che l'idea mi piaccia o no, che io mi continui a ripetere che mi ha detto una marea di cazzate o che faccia perno sul veleno per provare ad odiarlo) non uscirà mai da dentro di me.
E' nel mio cuore malandato, nelle mie viscere rivoltate, nel mio sangue avvelenato. E ci resterà, devo farci pace con sto pensiero.

Sì, Simo bella.
Avrei voluto sdraiarmi al centro di quella piazza, col vuoto intorno a noi (non ti priverei mai di un concerto degli After), chiudere gli occhi ed urlare a squarciagola quei versi. Come quando ho cantato "Quello che non c'è" a Roma, post pianto disperato. Vorrei poter provare di nuovo quella liberazione.
Il mio cinismo è la mia corazza.
A pochissime persone dò la liberta di guardarmi per come sono fatta realmente. E non è una cosa che concedo a vita. 9 volte su 10, quando gli amici iniziano a darmi per scontata, quando noto che a loro fa comodo avere a che fare con la mia corazza piuttosto che con la vera me stessa, la indosso di nuovo e riprendo a recitare la mia parte. So farlo bene e rende tutto molto più facile. E a volte mi ritovo a ridacchiare da vera stronza, quando sento gente che ha la pretesa di conoscermi, iniziare a descrivermi per ciò che IO ho fatto credere loro di essere.

"e il sole sale sopra il continente del male
sopra il quale sto crescendo, migliorando
e dove fingo
di non essermene accorto
che non sto vivendo
sono morto
"

Sei il mio salvagente, Simo.
E per questo non finirò mai di ringraziarti.
Mi ritengo più che fortunata ad averti accanto, in un momento simile.
Grazie.

1 commento:

MusaScalza ha detto...

non si puo' non rendersene conto, basta guardare oltre i sorrisi e le botte di sarcasmo che tanto ci piacciono. osservo il modo in cui ti fai scavare dentro dalle stesse canzoni che hanno sbriciolato le mie viscere, ascolto le parole che dici e sguazzo in quelle che taci. ci siamo trovate in quel punto dell'universo in cui le anime rattoppate caprioleggiano indisturbate e ci siamo riconosciute subito.
grazie a te

S.