Stanotte ero in macchina, stanchissima ed in preda ad un gran sonno. Ad un certo punto la radio ha passato "Pensiero Stupendo" e la frase che vedete nel titolo mi ha ispirato una serie di pensieri, che hanno dato vita ad una sorta di racconto breve... Io lo definirei più "una storiella"... E così oggi ho preso la tastiera e ho scritto queste righe... Senza nessuna presunzione da scrittore, eh.... Sia chiaro... Solo per il piacere di scrivere.
"Viviana e Claudio sono sdraiati sul divano, a vedere un film. Sembra tutto normale, una scena vista e rivista durante tutti gli anni che avevano passato insieme; probabilmente nessuno dei due avrebbe saputo quantificare il numero di film macinati insieme in quel lasso di tempo. Sono due appassionati di cinema e tra loro c'è una tacita gara a chi possieda più film nella propria videoteca.
Tutto sembra perfettamente normale. Lui abbracciato a lei, lei che gli carezza i capelli abbastanza lunghi da poterli afferrare tra le dita e giocherellarci. Ogni tanto la mano di Viviana si posa su una guancia di Claudio e dà vita ad una carezza; lui alza gli occhi sul volto di lei e le lancia un piccolo bacio, seguito da un sorriso.
Un quadretto all'apparenza perfetto. Due persone legate da un qualcosa, forse ancora di non ben definito, nonostante il tempo passato insieme, ma sicuramente qualcosa di profondo.
"Si è fatto tardi, devo andare..." Viviana rompe il silenzio con una comunicazione, che pare più un lamento.
"Noooo...." Claudio l'abbraccia più stretta, come se quel gesto bastasse a trattenerla
"Anche io vorrei restare qui... Ma non posso, lo sai" Bastano queste parole a fare sì che Claudio apra le braccia e permetta così a lei di allontanarsi.
Claudio la sente alle proprie spalle rovistare nella piccola borsa da viaggio, poi la osserva mentre dalle altre stanze raccoglie le sue cose e le ripone. Forse talvolta la sente anche sospirare, ma probabilmente dà la colpa al torrido caldo estivo. Così come forse ha pensato che lo sguardo triste di lei fosse dovuto alla partenza e non a quello che in realtà Viviana stava provando.
Ma che ne poteva sapere, Claudio, di quello che provava Viviana?
Viviana che solo una volta, in tutti quegli anni, ha permesso che lui la vedesse piangere, Viviana che s'è sempre mostrata forte, Viviana che ha sempre combattuto per avere quello che voleva, Viviana che ha allontanato ogni pericolo per loro due... Viviana che ha indossato l'ennesima maschera per non fargli vedere quanto aveva sofferto l'ultima volta, Viviana che talvolta, però, si ritrovava disarmata di fronte ad alcune situazioni e che iniziava a sbattere i piedi e mettere il broncio, come i bambini viziati.
"Sei una bambina viziata" le diceva Claudio, quando discutevano. E quella frase, puntualmente, segnava per lei l'inizio della fine.
A quella frase seguivano sempre porte sbattute, corse in automobile dall'appartamento di Claudio al proprio monolocale, lacrime e giorni di silenzio. Finchè uno dei due lasciava perdere l'orgoglio e si faceva sentire dall'altro.
Viviana ha appena chiuso la propria borsa. Lentamente si avvicina al divano dove pochi minuti prima erano entrambi beatamente abbracciati.
"Posso mettere in pausa?" Indica a Claudio il film, tenendo già in mano il telecomendo perchè di certo non s'aspetta che lui le neghi questa richiesta.
Ed infatti Claudio annuisce e la osserva mentre ferma il dvd e gli si siede di fronte.
"Ascoltami, tesoro..." ha pensato mille e mille volte a quel discorso, negli ultimi giorni, eppure ora tutte le parole che aveva deciso di dirgli sembrano essere andate chissà dove "... Io non ce la faccio ad andare avanti in questo modo."
L'ha detto e quasi forse vorrebbe tornare indietro.
Claudio non dice una parola, ha uno sguardo che lei non riesce a definire. Sembra senza emozione. "Finchè c'è lei... Io non posso esserci" Viviana chiude gli occhi per un istante, ricaccia indietro quelle lacrime che non vuole che lui veda e cerca di deglutire, sperando che il nodo che sente alla gola si sciolga.
Non è una presa di posizione, quella di Viviana.... Non è nemmeno il classico ultimatum "Scegli: o lei, o me". Lei non è quel genere di donna che mette alle strette, e lui non è quel genere di uomo che, messo alle strette, sceglie cosa è più importante. E' più una supplica quella di lei, che vorrebbe fargli capire che non è facile dividere la persona che ami con qualcun altro.
"Lo so... E' una situazione molto pesante da vivere, per te" Claudio sospira, e mormora quelle parole come se davvero capisse il peso che Viviana porta con sè ormai da troppo tempo. "Conosci la mia situazione..." Viviana gli posa una mano sulle labbra, interrompendolo "La conosco. Ed io voglio che tu sappia che non ti sto dicendo addio sbattendo la porta... Io non ho nessuna intenzione di iniziare a frequentare chicchessia... E' te che voglio... L'hai detto tu, stanotte, che ci apparteniamo"
Claudio sorride alle parole che lei gli rivolge e l'attira a sè, abbracciandola stretta. "Non scappare via subito..." Le mormora in un orecchio.
"E tu non permettere che io scappi...." Lei gli risponde, per poi prendergli il volto tra le mani e rubargli un ultimo bacio "Ti amo... Tanto, tanto. Non metterci troppo tempo..." Sembra un'altra supplica, chiesta a fior di labbra, prima di allontanarsi da lui.
Esce dall'appartamento di Claudio, sale in macchina indossando un paio di occhiali scuri e gettando la borsa nel sedile posteriore.
Solo dopo aver svoltato l'angolo ed essere sicura che l'uomo che ama non la veda, Viviana si lascia andare alle lacrime.
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